Qualche giorno fà, il Wall Street Journal ha celebrato il primo decennale dei blog, il cosiddetto Blogiversary, e per l’occasione ha raccolto le riflessioni di alcuni commentatori sui cambiamenti apportati dai blog al modo di comunicare. Gli interventi al Blogiversary, in particolare quelli del giornalista Harold Evans e dall’attice Mia Farrow, hanno sottolineato la capacità dei blog di permettere a chiunque, superando i controlli editoriali, di diffondere le proprie idee e tentare di influenzare dal basso l’agenda dei media tradizionali. Tanto che si è arrivati ad una situazione in cui, come afferma Evans, il giornalismo attuale tratta i blog come se fossero a priori fonti autorevoli.
Dan Farber, editorialista di ZDNET, già a febbraio rifletteva sul primo decennio dei blog, ritracciando un’analogia con l’invenzione della stampa: come la macchina da stampa inventata da Gutenberg permise la diffusione della conoscenza al di fuori della ristretta cerchia di privilegiati, così internet e i blog hanno dato la possibilità a tantissime persone di pubblicare testi, foto, audio, video.
Un’altra considerazione, emersa dallo speciale del Wall Street Journal, riguarda il ruolo dei blog nel creare una sovrabbondanza di informazioni (il cosidetto information overload): grazie ai blog persone da tutto il mondo raccontano la loro vita e i loro problemi e nel far questo rilasciano giudizi ad esempio sulla qualità dei trasporti nella loro zona, sui prodotti che hanno acquistato, ecc. Senza il filtro editoriale dei mezzi di comunicazione, diventa difficile decidere di quali fonti fidarsi e di quali no (tema già ampiamente trattato qui)
C’è anche chi definisce i blog un fenomeno negativo: ad esempio Andrew Keen, nel suo libro “The Cult of the Amateur: how the democratization of the digital world is assaulting our economy, our culture, and our values” , considera i blog come un attacco alla cultura e una minaccia alla qualità dei discorsi pubblici. Da cui ne deriva la necessità di identificare, in un mare di mediocrità, i pochi che hanno qualcosa di interessante da dire.
La sovrabbondanza di informazioni e la necessità di definire quali, tra le tante, sono quelle più utili, credibili, affidabili dimostrano l’ esigenza di individuare filtri, meccanismi di ricerca, misure dell’autorità e della credibilità delle fonti.
A tal proposito, proprio ieri ho avuto un piacevole scambio di opinioni con Tony Siino di Blogitalia. Tony è in cerca di spunti ed idee per trovare dei nuovi indicatori efficaci (e condivisi) che possano guidarci nella “ricerca dei blog più autorevoli“…qualche idea a riguardo? Noi ne abbiamo diverse ma meritano un post apposito…stay tuned.