La quantità delle opinioni espresse online da parte dei consumatori e la loro credibilità presso gli utenti del web ha reso la misurazione del passaparola online indispensabile per chiunque deve commercializzare un prodotto o servizio, deve difendere la propria reputazione, deve ricercare il consenso.
Come afferma Luca Conti sulle pagine di Nova24 – supplemento tecnologico de Il Sole 24 ore – “un passaparola fuori controllo può rovinare un’azienda, così come una diffusione mirata di informazioni verso soggetti influencer può far decollare rapidamente un nuovo marchio”.
Se inizialmente poteva sembrare sufficiente usare i motori di ricerca sui blog, la crescita dei social media, in tutte le sue diverse forme, ha posto la necessità di costruire strumenti personalizzati per gli obiettivi che si vogliono raggiungere, in modo da ridurre il rumore di fondo e raffinare il segnale proveniente dai media personali.
Ascoltare cosa dice la rete permette alle aziende di mettere in campo tutte le azioni necessarie per evitare la diffusione di passaparola negativo disastroso per la sua reputazione aziendale, ma anche di individuare i loro punti di forza apprezzati dagli utenti online .
Luca Conti nel suo articolo ha indicato Blogmeter tra le piattaforme italiane leader nel monitoraggio del passaparola online, sottolineando in particolar modo la flessibilità e la capacità di analisi semantica di questo strumento.

Blogmeter…offre uno strumento particolarmente flessibile, capace di monitorare forum e blog e soprattutto di analizzarne semanticamente il contenuto per comprenderne l’orientamento. Durante la campagna elettorale per le Politiche 2008 Blogmeter ha costituito un osservatorio sul buzz politico online che ha macinato da gennaio circa 150mila unità di contenuto al mese su un campione costituito da 175 blog specializzati, il forum politico più attivo e i cinque principali newsgroup tematici.”

Blogmeter naturalmente può monitorare blog, forum, newsgroup e siti web tematici che fanno riferimento a moltissimi domini cognitivi specifici, come ad esempio i settori automotive, telecom, media, salute e benessere, moda e molti altri ancora.