E’ frequente sentire delle affermazioni a proposito della scarsa apertura delle aziende al web2.0. In questo post su Read and Write Web, DJ Francis, autore del blog onlineMarketerBlog.com, dà dei consigli su come convincere gli scettici, che molto spesso sono anche i responsabili delle aziende, ad investire nei social media.
Secondo Francis le aziende ormai conoscono e riconoscono l’importanza dei social media: nell’ultimo anno, l’awareness e la familiarità verso i social media dei manager Inc. 500 è raddoppiata e nel 44% dei casi i social media sono considerati molto importanti per il proprio business. Tuttavia questo non basta per spingerli ad investire, hanno bisogno di qualcuno che si prenda la responsabilità di aiutarli in questa sfida.
Per spingere le aziende ad usare dei social media la parte più importante è quella di mostrar loro una nuova visione dell’interazione con i propri stakeholders: attraverso i social media è possibile interagire velocemente con i propri clienti attraverso moltissimi tipi di strumenti e ascoltare direttamente gli utenti può essere molto interessante, specialmente i commenti positivi possono entusiasmare le aziende, tanto che, come scrive Paul Gillan, una volta che si cominciano ad avere feeback diretti dai clienti, si ci appassiona, fino a diventare quasi una droga.
Una delle ragioni fondamentali per cui un’azienda dovrebbe usare i social media è quella di creare un rapporto diretto con i clienti dal qual deve nascere fiducia. Per le aziende il monitoraggio delle community non deve essere un fine, ma solo uno strumento per avvicinarsi ai clienti e creare fiducia, in modo che l’interazione stessa abbia un valore.
Per quanto riguarda il ROI che giustifichi un investimento nei social media, è necessario porsi da un punto di vista di lungo periodo: per creare engagement c’è bisogno di molto tempo, secondo alcuni anche due anni. Inoltre bisogna ricordare che per calcolare il ROI sui social media bisogna usare parametri diversi dal marketing tradizionale, ad esempio potrebbe essere interessante valutare il numero di problemi risolti o i suggerimenti utili ottenuti dalle community. Anche la fiducia ottenuta dai consumatori online va tenuta in considerazione al momento di calcolare il ROI in quanto più gli utenti si fidano di un’azienda, più la sceglieranno e la rispetteranno.
A noi sembra una visione ragionevole e condivisibile applicabile sicuramente anche alla realtà italiana…voi che ne pensate?