Che i  social media siamo ormai non solo un canale emergente, ma un canale affermato, e che non sostituiscano i media tradizionali, ma si integrino ad essi, sono affermazioni note a quasi tutti ormai.

È quando si tratta di inquadrare queste affermazioni in termini numerici che gli elementi a disposizione spesso scarseggiano.

Ma all’evento che ieri il MIP – School of Management del Politecnico di Milano –  ha organizzato in collaborazione con Mimesi, per presentare i risultati della ricerca “La pubblicità che non si vede” sono stati presentati dati, percentuali e stime per aiutare a pesare, anche quantitativamente, l’influenza dei canali social sulle scelte di acquisto degli italiani.

L’indagine, rivolta a un campione di utenti web di 1.184 intervistati tra i 18 e i 65 anni, ha analizzato la frequenza di utilizzo dei media nuovi e tradizionali (stampa, TV, radio) per la raccolta di informazioni nelle fasi del processo di acquisto. Il tutto riferito a quattro categorie merceologiche: alimenti per l’infanzia, alimenti salutistici, servizi bancari e apparecchiature mobile (cellulari, smartphone e tablet).

Quante volte i social hanno giocato un ruolo fondamentale nella comunicazione di nuove offerte? E quante volte capita di cambiare idea su un prodotto dopo aver consultato un blog o visto un video su Youtube?

A questo link è possibile scaricare la ricerca integrale. Buona lettura!