In un periodo di recessione come quello che stiamo attraversando, quando gli investimenti vengono tagliati, i social media hanno la possibilità di dimostrare di essere di essere un modo conveniente di vendere ai consumatori. Tuttavia per farlo è necessario agire con attenzione, perché un tentativo inaccurato di un’azienda di generare buzz online può suscitare violente reazioni negative. Come accaduto ad esempio alla Johnson & Johnson, che con il video pubblicitario del Motrin rivolto alle mamme, ha suscitato molti commenti negativi via twitter, tanto da costringere l’azienda a scusarsi pubblicamente.

Secondo Brian Keeler, vice president della VShift, la credibilità e la partecipazione attiva dei consumatori alle azioni di marketing sono le chiavi vincenti per una strategia di comunicazione sui social media. Ad esempio, per quanto riguarda la credibilità, la Dell ha dedicato un team di 40 persone all’interazione con i consumatori sui blog, forum e social network, ma anche su siti esterni. Come ha spiegato Caroline Dietz, Dell ha iniziato ad occuparsi dei social media lo scorso anno, perchè si è accorta che i clienti online parlano dell’azienda e dei loro prodotti e non hanno potuto lasciarsi sfuggire l’occasione di partecipare alla discussione. Grazie a Twitter, ad esempio, Dell afferma di aver venduto pc per un valore di $500,000 (chissa come avranno fatto a calcolarlo)

Possono esserci altre modalità per interagire con i social media, come quelle di NetApp, che, investendo il 20% del suo budget di PR nei social media, ha invitato i suoi dipendenti a bloggare su siti esterni a proposito dei loro prodotti.

Secondo il blogger Dave Taylor, attualmente, uno dei modi più efficienti per fare pubblicità sui social media consiste nel fornire un nuovo prodotto ad un blogger per una prova: una valutazione negativa può nuocere molto al prodotto, ma il sostegno da parte di un blogger importante può diventare un potente strumento di marketing. Come realizzato ad esempio dalla Seagate Technology, che oltre ad aver aperto account sui maggiori social media, ha sponsorizzato Robert Scoble per ottenere delle recensioni a proposito dei loro prodotti.

Tutti questi esempi mostrano che, sebbene le aziende possano spaventarsi all’idea di entrare attivamente nei social media e perdere il controllo della comunicazione che li riguarda, nell’attuale panorama in cui la comunicazione e l’accesso alle informazioni sono sempre più facili, non ci sono possibilità di evitarlo (trust me!)