Jeremiah Owyang, in questo post, cerca di dare una risposta alla spinosa questione: di chi si fidano le persone? Per farlo cita tre ricerche diverse che giungono alle stesse conclusioni: le persone si fidano soprattutto dei “loro pari” e di coloro che conoscono, mentre nutrono poca fiducia nei blogger e nei  cosidetti influenzatori.

La prima ricerca citata da Owyang è stata realizzata da Forrester e ha concluso che i consumatori USA, quando devono acquisire informazioni relative ad un prodotto oppure ad un servizio, si fidano innanzi tutto dei consigli provenienti dai loro amici (83%), poi delle recensioni che si trovano sui giornali o in televisione (75%), al terzo posto delle notizie sul sito web aziendale (69%). All’ultimo posto della classifica delle fonti di informazioni ritenute più affidabili si posizionano le recensioni del blogger (30%). Questi dati, secondo Josh Bernoff, devono spingere le aziende ad ascoltare, apprendere e influenzare le recensioni dei consumatori stessi e non a focalizzarsi solo sugli influenzatori o nella creazione dei loro siti web.

La seconda ricerca presa in considerazione da Jeremiah Owyang è il Trust Barometer della Edelman. Il Trust Barometer 2008 ha rilevato che il 58% delle persone tra i 35 e 64 anni, intervistate in 18 Paesi diversi, si fidano di “una persona come me”, mentre solo il 14% si fida dei blogger.

Infine c’è lo studio realizzato dalla Pollara, azienda canadese di ricerche di mercato,  su un campione di 1.100 persone. L’80% degli intervistati ha affermato di prendere in considerazione la possibilità di comprare un prodotto suggerito da amici o parenti, mentre il 23% sceglie in base alle recensioni di blogger molto conosciuti. Per questo, secondo Robert Hutton, general manager di Pollara, è necessario distinguere tra popolarità e credibilità e individuare chi sono le persone davvero capaci di influenzare le decisioni di acquisto.

Jeremiah Owyang, in base ai risultati di queste ricerche, consiglia (alle aziende) di dedicare un pò meno tempo ai cosidetto “influenzatori” e di concentrare invece i propri sforzi nel cercar di stabilire un dialogo aperto ed attivo con i consumatori, analizzando attentamente i siti di review, dove i consumatori criticano le aziende, si confrontano tra di loro e decidono quali prodotti acquistare. E noi ci troviamo pienamente in accordo con lui.

p.s. Ed io che continuo a scrivere post sperando che qualcuno mi dia retta! 😉