L’accurata profilazione dei consumatori online sta diventando un tema sempre più importante nell’agenda delle web companies (editori web e agenzie pubblicitarie) che, con l’aumentare della spesa pubblicitaria su internet,non possono più affidarsi esclusivamente ad una mera quantificazione complessiva dell’audience di un sito, ma hanno anche bisogno di conoscerne la composizione, poter colpire con maggiore precisione un determinato target socio-demografico (portandosi cosi al pari dei mezzi tradizionali).
Sfortunatamente, le tradizionali ricerche “a campione” (le famose AUDI) non riescono a stimare i profili dei navigatori online con lo stessa attendibilità che invece si ottiene sugli altri mezzi, principalmente a causa della grande frammentazione del mezzo web rispetto agli altri mezzi.
Tutto ciò ha causato e sta ancora comportando una certa riluttanza tra concessionarie online e siti web ad usare/supportare le varie ricerche che di volta in volta si sono succedute sul mercato italiano (1to1, Nielsen/Netratings, TNS infratest).
Se a questo aggiungiamo che le informazioni lasciate spontaneamente online dagli utenti durante i processi di registrazione su di un sito oppure partecipando ai sondaggi, nella maggior parte dei casi non sono corrette, ci troviamo in una situazione in cui ottenere un’accurara segmentazione degli propri utenti è molto difficile.
Una nuova strada che alcune web companies stanno percorrendo per bypassare i suddeti i problemi (ad es: Quantcast) è quella delle cosidette “Web Usage Analysis” che consistono nell’analizzare grandi quantità di
dati di utilizzo di internet per estrapolarne tutta una serie d’informazioni utili tra cui anche le caratteristiche demografiche dei navigatori del sito.
In questo contesto, è di estremo interesse la notizia di questi giorni che la Xerox, sembra aver fatto un grande passo avanti in questa direzione, brevettando un algoritmo per predire le principali caratteristiche demografiche di un utente internet che si basa sul confronto tra pagine web visitate dall’utente stesso ed un database di pattern di navigazione di altri utenti con caratteristiche demografiche note.
Il brevetto denominato User Profile Classification By Web Usage Analysis, sembra sia già in grado di predire il sesso dei navigatori con successo nel 75% dei casi.
Che sia il preludio dell’era in cui il Web (2.0) sarà “veramente” misurabile?
(pubblicato anche sul blog della conferenza web2.oltre)