Blogmeter ha seguito questa campagna elettorale studiando a fondo i segnali provenienti dalla rete e dando a cittadini e giornalisti la possibilità di dare uno sguardo all’operato dei policiti sul web attraverso il sito Polismeter.it. L’apprezzamento che ha ricevuto questo “portale tematico” ci ha convinti a tenerlo ancora in vita, confidando che possa ancora esservi utile. Ogni giorno troverete i politici più menzionati, la cloud degli hashtag più usati, i top tweet e status update, le performance di partiti e politici su Facebook e Twitter. 

Passando agli studi compiuti, siamo riusciti a raccogliere da ottobre, oltre 34 milioni di dati, 14 milioni di conversazioni e 20 milioni di interazioni sui social network.
Tralasciando che la raccolta e la classificazione di questi volumi di dati non è cosa tecnologicamente banale, il grosso problema è quello di riuscire ad estrarre del segnale dal rumore. Più che fare previsioni, in questa fase nuova, abbiamo preferito sperimentare e studiare, come fatto durante le primarie. Ecco cosa abbiamo scoperto.

menzioni politici web

Le citazioni sul web (siti, forum, blog, social network) non si sono dimostrate correlate ai risultati elettorali, perché molto influenzate dagli eventi contingenti amplificati dai mass media (i picchi maggiori si sono avuti a seguito dei coup de théâtre di Berlusconi).

Su Twitter, assodato che i follower sono il dato meno significativo, neanche le mention (ossia la somma di tutti i segni di coinvolgimento come retweet, reply, citazioni) degli account dei politici si sono dimostrate utili a comprendere ciò che sarebbe avvenuto. I più menzionati, Bersani, Monti e Giannino, fanno luce proprio su un ambiente mediale peculiare e ancora di nicchia.

Al contrario Facebook, pur non essendo rappresentativo della popolazione, ma frequentato da 14 milioni di italiani ogni giorno, rivelava livelli molto alti di engagement, in crescita nelle ultime settimane, di Grillo e di Berlusconi, segno di un’animazione evidente del loro “popolo”. La mappa in basso, prodotta dalla nuova versione di Social Analytics, mostra la leadership su Facebook del comico genovese in termini di fan conquistati e coinvolgimento ottenuto (somma di like, commenti, condivisioni, post spontanei dei fan).

A questo punto abbiamo deciso di sperimentare una rilevazione delle intenzioni di voto. Ne abbiamo raccolte 34.017 provenienti da 22.456 autori unici, nel periodo dall’11 alla mattina del 25 febbraio (pubblicate alla chiusura dei seggi).
La rilevazione delle intenzioni di voto non è un’analisi del sentiment espresso nei messaggi, ma va più in profondità catturando proprio le preferenze esplicite raccontate online con linguaggio naturale (esempio “voterò o ho votato X”, “questa volta scelgo Y”).


 

 

Il risultato è stato che Grillo e il suo movimento hanno avuto il maggior numero di “voti virtuali” provenienti da autori unici ossia 10.311, con dei tassi di crescita con l’approssimarsi del voto, molto netti e superiori a quelli degli altri.
Al secondo posto Bersani e il PD con 4.564 intenzioni di voto uniche, al terzo Berlusconi ed il PDL con 3.031.
Nonostante la sovrastima di M5S, in virtù di una maggiore propensione alla condivisione dei “grillini”, e la sottostima dei sostenitori del PD e PDL, per la ragione opposta, le intenzioni di voto si sono rivelate essere un segnale predittivo interessante.

 

Queste esperienze, lungi dal darci certezze, mi portano a ribadire un assunto che ancora molti continuano a dimenticare: il web è un territorio mediale molto complesso e sfaccettato, fatto di tanti ambienti frequentati da gruppi sociali diversi ancora non del tutto rappresentativi della popolazione italiana. 
Quindi diffidare di chi fa analisi e previsioni basandosi solo sui social media (o peggio ancora esclusivamente su Twitter ) sarebbe buona norma.