Dalle notizie giunte negli ultimi giorni, è evidente che il settore dei motori di ricerca si muove lungo due direttrici complementari:da un lato, rendere la vita più facile agli utenti, in modo da svincolare l’operatività e la dimestichezza dalla conoscenza degli applicativi; dall’altro, rendere la vita più facile al motore, diminuendo la frammentazione delle query e concentrando più utenti sulle stesse ricerche.
La prima notizia riguarda Google, che ha introdotto nella sua home inglese l’ormai noto Google Suggest, un tool che suggerisce parole o intere query a partire dalle prime digitazioni dell’utente. Come accennato poc’anzi,tale strumento si rivela estremamente utile per aiutare l’utente a definire la propria query, restringendo via via il campo delle possibili alternative ed evitando lunghe e frustranti ricerche senza risultato. Il rovescio delle medaglia, come alcuni esperti di SEO hanno sottolineato, è la probabile perdita dell’effetto Long Tail, grazie al quale la visibilità di alcuni siti viene garantita dalla granularità delle keywords. Tale eventualità è tuttavia controversa.
L’introduzione di Google Suggest risulterà a molti come una novità, ma probabilmente non a coloro che utilizzano il browser di navigazione Firefox. Firefox si distingue da sempre per l’avanguardia sperimentativa delle sue features e per un continuo sviluppo di plug-ins user-centerd. In effetti le funzionalità di Suggest erano da tempo incorporate nella maschera di ricerca Google integrata nel browser.
E a tal proposito, è datato 26 agosto il lancio di una nuova feature sperimentale da parte dei Mozilla Labs, dall’attrattivo nome “ubiquity“. Firefox definisce ubiquity “An experiment into connecting the Web with language“. In che modo? L’idea è semplice, ma eccezionale: permettere all’utente di gestire più risorse o oggetti Web in una stessa schermata, richiamandoli semplicemente attraverso la digitazione, evitando l’apertura di più tab e l’effettuazione di ricerche multiple. Possiamo ad esempio comporre una mail includendo una mappa, senza dover aprire Google Maps, o segnalando la recensione di un ristorante, digitandone semplicemente il nome. Si tratta di un modo ancora più interattivo di utilizzare gli oggetti che popolano il Web (mappe, recensioni, definizioni, immagini ecc…).
Tali esempi, indipendentemente dalle perplessità o dagli entusiasmi che possano destare, mostrano una progressiva migrazione del motore di ricerca da interfaccia ad applicazione. Si profila ovvero uno scenario in cui la ricerca non sarà solamente il punto di partenza della nostra navigazione, ma diverrà sempre maggiormente il collante delle nostre attività online, grazie alla sensibile semplificazione del processo che unisce il pensiero alla risorsa.