La Harris Interactive ha recentemente rilasciato lo studio Equitrend 2008. Si tratta di uno studio, realizzato già da 28 anni, che analizza la brand equity di oltre 1.000 brand nell’ambito di 39 categorie di prodotto, con lo scopo di fornire insight a proposito dei vari brand. Tra le unità di misura usate da Equitrend per definire la brand equity, ci sono: familiarità, qualità, intenzione d’acquisto, aspettative, distinzione e fiducia di ciascun brand.
Nell’ultima edizione la maggior parte della top ten è risultata costituita da brand alimentari: al primo posto si è posizionato il Ketchup Heinz, seguito dalle caramelle M&M’s e dai prodotti (latte e cioccolata) Hersheys. Al sesto ed ottavo posto della classifica di brand equity ritroviamo rispettivamente, i cerali Cheerios e la Kraft Foods. Al quinto posto le batterie Duracel e Discovery Channel al settimo.
Quest’anno però lo studio Equitrend si posto anche l’obiettivo di valutare i volumi di wom marketing relativi ad un brand ed in particolare: scoprire quali brand e quali categorie di prodotti avrebbero beneficiato di più dalla diffusione del word-of-mouth, quantificare il livello di WOM nell’ambito di una certa categoria merceologica e identificare i sotto-gruppi demografici con più probabilità di impegnarsi nel passaparola.
E’ risultato che alcuni prodotti generano più word-of-mouth degli altri: in particolare i ristoranti generano il più maggior volume di WOM, seguiti dai prodotti per computer, dal cibo, dai dispositivi elettronici, alberghi e divertimenti.
Carol Gstalder, Senior Vice Presidente della Harris Interactive, ha spiegato la necessità di combinare le tradizionali analisi sulla brand equity con l’analisi del WOM, dicendo che “sta diventando sempre più importante capire a quali social network appartengono gli stakeholders e come funzionano [questi social network], per influenzare proattivamente la diffusione di brand experience positive e minimizzare le conseguenze negative”.