Con l’arrivo del 2017 nasce “Blogmeter Talks“, la nuova rubrica editoriale a cura degli esperti di Blogmeter, con la quale verranno raccontate tutte le novità e i trend nel mondo dei social media, delle ricerche di mercato, dell’influencer marketing e tanto altro. A inaugurare questa nuovo osservatorio è Vincenzo Cosenza, senior strategist di Blogmeter, con una panoramica dei principali trend del social media marketing del 2017.
Tre trend da considerare per il social media marketing del 2017
L’anno che si è appena concluso ha reso evidenti alcune interessanti tendenze, incoraggiate sia dal comportamento spontaneo delle persone che dalle strategie messe in campo dalle maggiori piattaforme social. Vediamo quali sono e perché i marketer dovrebbero sfruttarle nelle proprie strategie di comunicazione.
Il content marketing vira verso il video
Storicamente le relazioni abilitate dai social media si sono sviluppate attorno alla parola scritta. Negli ultimi anni, invece, abbiamo assistito all’interesse crescente verso un nuovo oggetto sociale, l’immagine, prima fissa e poi in movimento. YouTube aveva già da tempo intuito la voglia delle persone di fare e vedere video, ma il grande impulso si è avuto nel 2016, quando Zuckerberg ha decretato di voler far diventare Facebook una vera e propria piattaforma video. E così sono state arricchite le funzioni per caricare, editare, organizzare filmati e verificarne le performance. Inoltre è stato potenziato Facebook Live (qui un post di approfondimento) ossia la possibilità di trasmettere in diretta, in mobilità, e ricevere domande e reazioni in tempo reale. Esattamente come avviene su Twitter (che ha, da poco, incorporato le funzioni di Periscope) ma per oltre 1,6 miliardi di utenti.
Grande enfasi è stata posta da YouTube e Facebook sui video a 360° (in diretta e in differita) che permettono di “immergersi” negli eventi, magari con l’utilizzo di visori speciali. Ovviamente il prossimo passo sarà la realtà virtuale per tutti.
Dunque, quest’anno, le strategie di content marketing non potranno prescindere dalla produzione di video, per catturare l’interesse del proprio pubblico. Potrà trattarsi di tutorial per spiegare le caratteristiche dei prodotti, di video ispirazionali per far sognare le persone, di live per trasportarli dietro le quinte di un evento o per farli dialogare con un testimonial. Qualunque sarà lo stile scelto, il formato video non potrà essere snobbato.
La comunicazione diventa casual
Nel 2016 le innovazioni introdotte da Snapchat sono state pesantemente imitate da altre piattaforme, quando si sono rese conto che Evan Spiegel era riuscito ad intercettare il nuovo modo di comunicare dei giovani. Un approccio alla comunicazione molto spensierato, effimero, diretto e personale, fatto di foto e video arricchiti da filtri, maschere virtuali, adesivi, disegni a mano libera, emoticons.
E così su Twitter sono arrivati gli stickers, su Facebook Messenger sono spuntate le maschere e gli adesivi, mentre Instagram ha introdotto Stories.
Quest’ultima funzione permette di creare delle micro-storie composte da immagini fisse e in movimento, caricate in sequenza. A questi è possibile sovrapporre geo-filtri, emoticons, testi, che scompaiono dopo 24 ore (approfondisci qui). E’ già stata annunciata la possibilità, presto disponibile anche agli utenti italiani, di trasmettere queste storie in diretta, in modo da ottenere dei feedback in tempo reale dagli spettatori.
Diversi brand stanno sperimentando le storie di Instagram e di Snapchat con l’obiettivo di farsi percepire come più vicine ai giovani. Quella della comunicazione “casual” (ma non per questo improvvisata) sarà una vera sfida per le aziende che hanno fatto sempre e solo affidamento su modalità tradizionali.
Instant Messaging potenziate da Bot
Le applicazioni di messaggistica istantanea sono diventate un elemento irrinunciabile della comunicazione interpersonale e di quella tra persone e aziende. Le due più diffuse piattaforme, WhatsApp e Facebook Messenger, hanno ormai superato la soglia del miliardo di utenti attivi al mese. Quest’ultima, lo scorso anno, ha introdotto innumerevoli funzioni per stimolare la presenza delle aziende. Chi ha una pagina Facebook ha, di fatto, anche una presenza su Messenger. Dal 2016 è possibile, ad esempio, impostare un messaggio di benvenuto che verrà visualizzato dall’utente prima dell’invio di un messaggio all’azienda oppure una risposta automatica temporanea. Ma la novità più potente è la possibilità di far uso di BOT (detti anche “transational o conversational Bot”).
Si tratta di software che agiscono per conto di un essere umano, facendone le veci ed emulandone il comportamento. Fino a poco tempo essi erano esclusivamente basati su regole predefinite, per cui la loro applicazione è risultata essere abbastanza limitata. In pratica le domande dell’utente e le risposte del software erano rigorosamente previste dal programmatore. Oggi con il miglioramento delle tecniche di intelligenza artificiale, supportate da più imponenti risorse hardware di calcolo, è possibile programmare i BOT affinché compiano operazioni più complesse, imparando anche dal comportamento quotidiano dell’utente.
Per stimolare lo sviluppo di Chat Bot intelligenti, l’anno scorso, Zuckerberg ha reso disponibile una tecnologia, Wit.ai, che ne semplifica la creazione e che dovrebbe permetterne la proliferazione all’interno di Facebook Messenger. I primi esperimenti sono interessanti: aziende come KLM o Spring usano i bot per automatizzare e velocizzare il processo di acquisto. Usando la chat è possibile ordinare un prodotto, scegliere il destinatario della consegna, pagare e seguire anche il tracciamento della spedizione. Tutto senza dover parlare con una persona, ma con un assistente digitale.
Questa delle “interfacce conversazionali” può essere una grande opportunità di miglioramento della customer experience, dentro e fuori Facebook, che andrebbe esplorata con attenzione dalle aziende.
In definitiva il 2017 sarà un anno di sfide molto stimolanti per i professionisti della comunicazione. Qualunque esperimento facciate è bene ricordare l’importanza di un’attenta pianificazione e di un’analisi costante dei risultati ottenuti. Solo misurando si può migliorare.