Sono trascorsi i primi cento giorni del governo Letta e mi è parso interessante dare un’occhiata agli sforzi di comunicazione fatti dai singoli ministri che hanno provato ad accreditarsi anche attraverso i social media.
Oltre al Presidente del Consiglio che presidia sia Facebook che Twitter, dei 21 ministri iniziali ben 15 sono presenti su Twitter (16 se considerassimo Josefa Idem non più attiva dopo le dimissioni) e solo 9 su Facebook con una pagina ufficiale. Spesso la scelta di non essere sul social network più popoloso del mondo si spiega con l’incapacità di gestire le domande spontanee delle persone, immediatamente visibili ai visitatori della pagina.


Secondo il nostro Social Analytics sul news network da 140 caratteri il più seguito è Enrico Letta, che ha accumulato oltre 162.000 follower. Lo segue il vice presidente Angelino Alfano con 118.000 e Dario Franceschini con circa 102.000 sottoscrittori. Letta è quello che ha più beneficiato del suo nuovo ruolo tanto che ha acquisito oltre 80.000 follower in questo primo scorcio di legislatura.

 

Per comprendere l’efficacia della propria presenza su Twitter si può considerare la metrica dell’engagement ossia delle reazioni determinate (che qui si esprimono in retweet, reply, mention spontanee). Non sorprende che sia proprio Letta ha suscitare più discussioni: mediamente ogni suo tweet ottiene circa 117 mention (128.308 quelle totali che lo riguardano nel periodo in esame). Al secondo posto Alfano con un engagement per tweet di 30 e un totale di 37.795 citazioni. Al terzo Cécile Kyenge con 20 menzioni per tweet. Il ministri che hanno risposto a più domande nell’ultimo mese sono stati MariaChiara Carrozza e Graziano Del Rio. Letta invece ha, purtroppo, scelto di dar seguito soltanto a 6 sollecitazioni.

 

Il tweet più virale, con 2.182 retweet e reply, è della ministra delle pari opportunità e si riferisce al triste caso del lancio di banane a Cervia.

 

L’hashtag più usato dagli utenti nell’indirizzare messaggi al governo è stato #proconcorsonazionale, usato ben 3.859 volte. Un segno evidente di quanto il tema del lavoro nella scuola sia molto sentito. I ministri, invece, usano poco gli hashtag, che invece potrebbero rappresentare un ottimo elemento di diffusione dei loro messaggi.

 

Diversa la situazione su Facebook dove il Presidente del Consiglio non ha ancora fatto un attento lavoro di comunicazione. Il ministro più seguito è di gran lunga Angelino Alfano con circa 112.000 fan. A notevole distanza Enrico Franceschini con 25.500 e Letta con poco meno di 23.000 fan. Il ministro dell’Interno, avendo più sostenitori, è anche quello che ha generato più coinvolgimento: ammonta a quasi 270.000 la somma di like, commenti, condivisioni e post spontanei raccolti nei primi 100 giorni.

 

Ma se misuriamo le performance in termini di rapporto tra interazioni e fan (il cosiddetto Page Engagement) risulta premiata la Kyenge che riesce a sviluppare mediamente 153 interazioni per ogni 1.000 fan.
Il post più virale, con 6.316 like, commenti e condivisioni, lo ha messo a segno Alfano, comunicando la sua telefonata a Berlusconi per esprimergli “profonda amarezza e immenso dolore di tutto il Popolo della Libertà, per una sentenza contraria al comune senso di Giustizia, al buon senso e peggiore di ogni peggiore aspettativa”.

 

Nei prossimi mesi la strada del governo si preannuncia tortuosa, vedremo se i ministri saranno in grado di migliorare la propria comunicazione a partire da un maggior dialogo con i cittadini, anche attraverso i social media.