Quali sono le organizzazioni non profit più influenti in rete? Quali vengono discusse maggiormente e in merito a quali temi? Che tipo di strategie editoriali risultano più efficaci per comunicare la propria mission e i risultati raggiunti e coinvolgere gli utenti sui propri profili social?
A queste domande è stata anticipata una risposta nel corso del webinar tenutosi ieri mattina in cui Eugenia Burchi, strategist, e Laura Caldarella, analyst di Blogmeter, hanno presentato una sintesi dei risultati della ricerca realizzata su un periodo di quasi 5 mesi (dal 1 giugno al 19 ottobre 2014). La ricerca ha analizzato il passaparola sull’intero social web italiano relativo a 40 organizzazioni non profit leader per fan e follower su Facebook e Twitter, selezionate da un panel iniziale di oltre 250, e si sono confrontate le performance di 80 tra pagine Facebook e profili Twitter ufficiali, commentandoli poi insieme a Luca Visone, Head of Web and New Media di Medici Senza Frontiere, e Paolo Ferrara, Responsabile Comunicazione e Raccolta Fondi di Terre des Hommes Italia.
Conflitto a Gaza, allarme Ebola, orsa Daniza e energie rinnovabili al centro delle conversazioni.
Tra le non profit più discusse, si sono distinte Legambiente, Croce Rossa Italiana, Caritas Italiana, Greenpeace e il Comitato Italiano per L’UNICEF, mentre tra i temi più caldi ne sono emersi diversi legati a emergenze umanitarie, come ad esempio l’emergenza a Gaza dove, in seguito ai bombardamenti israeliani hanno perso la vita 121 bambini, l’epidemia di Ebola, le violenze perpetrate in Iraq per mano dell’ISIS, il programma mare nostrum per l’accoglienza e il soccorso dei migranti su suolo italiano o il conflitto su territorio Ukraino, in cui è morto un operatore della Croce Rossa. Ma anche cause legate alla salvaguardia dell’ambiente e della protezione degli animali sono state molto partecipate online: dalla cattura e successiva uccisione dell’orsa Daniza, per cui si sono mobilitate associazioni come LAV, WWF e Legambiente, alla contestazione del “decreto sblocca-Italia” da parte di Legambiente, Greenpeace e WWF, che ne criticano in particolare l’articolo 38, accusato di lasciare il via libera alle trivellazioni indiscriminate nei mari italiani da parte di compagnie petrolifere.
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Sui social si condividono le battaglie, ma non si perdonano le incoerenze
È inoltre emerso che gli utenti online sono molto propensi a partecipare alla diffusione di campagne di sensibilizzazione e di raccolta fondi, come ad esempio #StopEbola di Medici Senza Frontiere, #NonFossilizziamoci, di Greenpeace, #InDifesa di Terre des Hommes o #IoStoConDaniza della LAV. Viene apprezzato l’endorsment alla causa da parte di celebrities come ad esempio Alessandro del Piero per l’AIRC e la comunicazione dei risultati raggiunti. Alcuni dei messaggi più positivi relativi alle organizzazioni, infatti, riguardavano storie di successo, come quella di Sweetie, avatar 3D di una bambina virtuale creato da Terre des Hommes Olanda, che ha permesso l’identificazione e l’arresto di un pedofilo o le storie di pazienti che sono riusciti a guarire dall’Ebola grazie all’intervento di Medici Senza Frontiere.
Gli utenti della rete sono particolarmente sensibilizzati anche in merito ad alcune criticità legate alle organizzazioni, ad esempio scelte non coerenti con la mission di una ONLUS, il che rende fondamentale un monitoraggio accurato della rete per poter intervenire tempestivamente per arginare la crisi e mantenere la propria reputazione.
Su Facebook vincono i contenuti legati agli animali, su Twitter Greenpeace ed Emergency guidano la classifica.
Gli utenti di Facebook che maggiormente interagiscono con le pagine delle associazioni sono in prevalenza donne (3 su 4) e prediligono i contenuti legati agli animali: sono infatti le pagine di Lega Nazionale della Difesa del Cane, Enpa, WWF Italia e LAV che ottengono il maggior numero di interazioni, probabilmente anche per via dei numerosi contenuti che pubblicano. Il post più engaging in assoluto è infatti quello della LAV legato alla morte dell’orsa Daniza. Emergency, Medici Senza Frontiere e Greenpeace hanno invece le community più estese.
Su Twitter, dove gli utenti sono in leggera prevalenza uomini, ritroviamo Emergency e Greenpeace tra le associazioni con la base follower più ampia. Greenpeace è anche uno degli account che pubblica più contenuti, ad esempio in merito alla campagna #NonFossilizziamoci, ed è il profilo con il più alto tasso di engagement, seguito da LAV e UNICEF. Twitter è il medium prediletto per la condivisione di campagne, che riescono a raggiungere numerosi utenti. Nel periodo analizzato #Gaza, #Ebola e #Iraq sono i fronti più caldi, mentre la campagna più citata è #NonFossilizziamoci, di Greenpeace. Il sostegno dell’orsa Daniza è invece stato dimostrato utilizzando diversi hashtag in maniera frammentata, che non riescono quindi a spiccare nella cloud complessiva.
L’#IceBucketChallenge come esempio di successo
Tra le campagne più di successo, è stata poi presentata la campagna dei record dell’estate: l’#IceBucketChallenge, promossa in Italia da Aisla Onlus, che è riuscita a generare oltre 158mila tweet, raggiungendo un potenziale di oltre 195milioni di utenti, e che, anche grazie alla partecipazione in prima persona (e relativa donazione) di numerose celebrities è riuscita a raccogliere 2.400.00 euro. (Per approfondimenti sull’IceBucketChallenge potete leggere la nostra analisi delle Top Social Campaigns di luglio-agosto e di settembre).
Una comunicazione personale e positiva per coinvolgere gli utenti e rendere i propri sostenitori ambasciatori dell’associazione.
Il webinar si è concluso con gli interventi di Luca Visone e Paolo Ferrara.
Luca ha portato interessantissimi esempi e casi concreti della gestione della comunicazione sui social di Medici Senza Frontiere, sottolineando l’importanza di una comunicazione in positivo, che sottolinei i risultati raggiunti e l’impegno degli operatori dell’associazione, che vengono coinvolti in prima persona anche nelle attività di comunicazione, per annullare davvero le distanze tra utenti e persone in prima linea.
Una strategia confermata anche da Paolo Ferrara, di Terre des Hommes, che ha ricordato che anche le piccole-medie associazioni possono implementare strategie di comunicazione di grande efficacia, nonostante piccoli budget. L’importante è raccontare le storie vere dell’associazione e delle persone coinvolte nella causa. Come è noto nel mondo del fundraising, le persone donano e si fanno coinvolgere da altre persone e una comunicazione onesta e trasparente è sempre una carta vincente.
Di seguito è disponibile l’infografica riassuntiva dei principali risultati della ricerca. È inoltre possibile acquistare il report integrale, corredato dai 200 contenuti più engaging, su Facebook e Twitter.