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Non c’è epoca storica in cui le generazioni più anziane non assistano attonite agli usi e costumi di quelle più giovani. Questo era valido ai tempi di Aristotele ed è valido al giorno d’oggi. 

Quando noi della Generazione X (alzi la mano chi si ricorda di questa espressione?) non eravamo ancora stati definiti con un’incognita (fummo i primi ad esserlo), i nostri genitori (i “baby boomers”) osservavano esterrefatti la nostra passione per i fumetti (Skorpio, Eternauta, Lancio Story) e per i primi manga giapponesi. Vennero poi immortali riti d’iniziazione nei bar: Space Invaders, PacMan, Dig Dug, Arkanolid, QBert, Winter Games.

Non vi tedierò con il ricordo anche dello Spectrum ZX, del Vic20 o del Commodore 64, acquistati con la scusa dello studio e sfiniti a colpi di gioco. Ricorderò solo che l’accusa della generazione precedente (genitori e nonni) era: “perché perdi tempo con quella roba?”. Con la stessa sicumera con cui i loro genitori criticavano la lettura di Diabolik (da pronunciarsi rigorosamente con “i” finale accentata) e l’ascolto dei 45 giri degli “urlatori”…

Tempo. Ecco forse la più feroce differenza tra le generazioni: la percezione e l’uso del tempo. 

I social media non costituiscono un’eccezione a questa legge. Lo conferma la nostra survey “Italiani e Social Media” condotta su 1500 utilizzatori di social media (ovvero, 1500 persone che hanno dichiarato di essere iscritti o utilizzare almeno 1 social). Ed ha chiesto ai partecipanti a quali media dedichino più tempo. Il tempo “dichiarato” è infatti una un’ottima spia per comprendere l’effettiva rilevanza che assegniamo alle nostre attività.

Mentre la generazione  X si conferma più dedita alla carta stampata e alla TV  (la generazione X è stata “televisivamente nativa”) i giovanissimi, la cosiddetta generazione Z, dichiara di dedicare più tempo a Instagram e YouTube. Solo i border line con la generazione dei millennials (forse ci sono troppe generazioni…) annoverano anche Facebook tra i media più usati.

I giovanissimi si discostano dalle altre generazioni anche per numero e frequenza di impiego dei social.  Sotto i 25 anni (15-24), il 75% è iscritto ed usa da 7 social media o applicazioni di messaggistica in su. Il 41% è iscritto e ne usa dai 10 in su.

Anche nell’impiego dei social, i giovanissimi mostrano un impiego del tempo da outlier: per alcuni social come YouTube, Instagram, Snapchat l’uso sistematico mostra percentuali decisamente più alte tra la popolazione dei 15-24enni. Video e tutorial, immagini e storie, condivisione just in time sono quindi il modo con cui, sui social, la generazione Z impiega il proprio tempo in maniera diversa da altri segmenti di popolazione.

Il tempo e la sua percezione sono – in fin dei conti – il modo con cui le diverse generazioni definiscono se stesse. Anche sui social.

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