Fino ad oggi il mondo della “ricerca semantica”, intesa come la capacità di un applicazione di sfruttare le informazioni e i metadati presenti nelle pagine web in formati come RDF, è stato popolato da giocatori relativamente piccoli (un confronto si trova qui) o da soluzione ancora non disponibili per l’uso pubblico. Infatti, malgrado una certa enfasi giornalistica (Paul Miller in questo post si chiede a cosa sia dovuto il desiderio dei giornalisti che si occupano di tecnologia di trovare il google killer), siamo ancora lontani non soltanto da avere a disposizione applicazioni di ricerca “di nuovo tipo”, ma anche da avere capito chiaramente come queste nuove applicazioni potranno migliorare la user experience.
Yahoo ha annunciato recentemente che una parte importante della iniziativa definita Open Search Platform è il supporto per gli standard del semantc web, a cominciare da RDF e microformat. Si tratta di una novità importante, visto che Yahoo! resta un player di notevoli dimensioni nel mondo della ricerca. Si tratta anche di un approccio che ci sembra sulla strada giusta: piuttosto che porsi l’obiettivo, ambizioso, ma di difficile definizione, di sostituire la tradizionale ricerca full text con una ricerca diversa (“concettuale” o “semantica”), Yahoo! afferma più debolmente che i risultati ottenuti dall’utilizzo dei metadati strutturati possono servire, “ove possibile” a migliorare la ricerca full text.
Crediamo che in questo caso la parola chiave sia “ove possibile”. Non tutte le informazioni presenti in rete possono essere strutturate usando RDF, ma molte informazioni in rete già lo sono, per esempio dalle informazioni bibliografiche (da amazon alla libreria del confìgresso) o i profili di LinkdIn. La buona idea di Yahoo! è di inziare a sfruttare queste informazioni che gia’ esistono, piuttosto che proporsi di ripartire da zero per assegnare metadati semantici a tutto quanto. L’altra buona idea è di mantere un approccio aperto, consentendo a chiunque, all’interno della open search platform, di accedere a questi dati, distinguendosii in questi da coloro, come twine, che stanno puntando alla creazione di silos informativi prorprietari. Si tratta quindi di iniziare a sperimentare.