Pete Blackshaw, membro direttivo del WOMMA e autore del libro in uscita “Satisfied Customers Tell Three Friends, Angry Customers Tell 3,000″ ha cercato di individuare quali saranno le buzzwords che si faranno strada nel lessico del marketing nel 2008:

-Search moptimization: si diffonderà la pratica dei brand di ripulire i risultati negativi quando si fanno delle ricerche specifiche sulla marca. Infatti, come si diceva già qui, gli user generated content sono indicizzati meglio dai motori di ricerca e si possono verificare situazioni come nell’elettronica di consumo dove i risultati negativi dominano i risultati organici della ricerca.

-Wombagging: i brand cercheranno di difendersi dal word-of-mouth negativo, ad esempio comprando le parole chiave negative sui motori di ricerca e associandoci dei messaggi che mostrano aspetti positivi dell’azienda.

-Friendiligence: sarà necessario usare molto diligenza prima di richiedere l’amicizia di una persona nei social network, in quanto con l’aumentare delle azioni di marketing, gli utenti cominceranno a chiedersi se un’offerta di amicizia è reale o è solo finalizzata a diffondere spam.

-Converstations: i brand hanno molte occasioni per aprire dialoghi significativi (dai numeri verdi agli user generated content) con gli utenti. Tutte conversazioni importanti che i brand manager dovranno assolutamente conoscere.

-Social mediation: alcune pratiche pubblicitarie, di marketing e di comunicazione che ottengono delle violente reazioni da parte degli utenti dovreanno essere ripensate (come è accaduto con la pubblicità su Facebook: c’è stata una mediazione tra l’azienda e gli utenti arrabbiati)

-We-bargaining: i brand che avranno bisogno di “riconciliarsi” con i consumatori dopo aver qualche errore dovranno scusarsi apertamente con i loro clienti (come fece Richard Edelman dopo i problemi con il blog di WalMart)

-Green lashing: le aziende non potranno più permettersi di fingersi rispettose dell’ambiente perchè in un mercato così trasparente, gli impostori o gli ambientalisti solo per convenienza saranno smascherati subito.

-Shamsparency: le aziende invece di vergognarsi di aver fatto qualcosa di “politicamente scorretto”, dovranno evitare di farla, per non essere assalite dalla shamsparency (“vergogna della trasparenza”).

-Credlining: i consumatori diffonderanno le valutazioni di quanto c’è di buono e di cattivo nei prodotti e servizi che conoscono.

-Facelifting: le aziende dovranno ripensare i tradizionali punti di contatto (le pagine contattaci, i form di feedback ecc), e realizzarne un’interfaccia user-friendly e credibile in modo da far sentire l’utente importante.

-Blog groveling: continuerà il processo, anche se ormai sta diventando vecchio, di chiedere ai blogger o alle persone più influenti di provare un nuovo servizio o prodotto.

-World War 2.0: nel 2008 si sentirà parlare sempre di più di Guerra Mondiale del 2.0: guerra tra i brand, le agenzie di pubbliche relazioni, i responsabili dei clienti, i legali e così via.

-MicroTubing: in tv e nei video online si diffonderanno nuove forme di contenuto, capaci di attrarre piccole audience.

-Lipsmacking: si diffonderà il “talking trash” riguardo brand, prodotti o servizi nell’ambito di tribunali mediatici.