La “salita in campo” di Mario Monti è stata accompagnata da un presidio di alcuni spazi della rete attraverso un blog, su piattaforma Tumblr, ed un account su Twitter. Il senatore ha capito che non si può non esserci, soprattutto quando anche un cinguettio riverbera facilmente su stampa e tv. E’ una logica tipica da occupazione degli spazi, che oggi si è arricchita di un elemento di novità nel rapporto tra politica e rete: il question time via Twitter.
Per un paio d’ore di “twitter time” dalle 11 alle 13 il senatore ha ricevuto oltre 2000 domande ed ha risposto soltanto a 16 di esse. Il tutto in 140 caratteri, pochi per argomentare, ma ideali per porsi all’ascolto dell’elettorato più avvezzo alle tecnologie e guadagnare ulteriore visibilità mediatica riflessa.
La strategia ha sicuramente pagato in termini di partecipazione e capitale sociale accumulato come dimostra l’analisi che ho compiuto attraverso la piattaforma Blogmeter. Sono stati oltre 5000 i follower acquisiti in due ore, più del doppio della media giornaliera che fa registrare solitamente l’account. Questi sono serviti a superare la soglia dei 100.000 follower e a concludere la giornata con 112.100 follower in soli 14 giorni (+22.761 nella sola giornata di ieri).
Il live tweeting ha dato luogo a circa 15.000 tweet, con un picco di 116 tweet al minuto. Oltre 8000 tweet sono stati indirizzati espressamente all’account @senatoremonti. L’hashtag più usato è stato quello ufficiale #montilive (2909 volte), seguito da #monti (1.415 volte). Ma come si vede dal grafico la discussione è proseguita anche successivamente con critiche e apprezzamenti per un totale di circa 29.000 tweet .
Qualche nota stonata c’è stata: nelle tecniche di uso del mezzo (es. rispondere a @tizio senza far precedere il tweet da un puntino, rende la risposta invisibile ai follower) e soprattuto nello stile adottato, su tutti l’uso di “WOW!!” al raggiungimento dei 100.000 follower, che è risultato forzato e non aderente all’immagine del professore.
Insomma un esperimento che si spera stimoli altri politici a comunicare più direttamente con i cittadini, evitando di occupare gli spazi della rete con una comunicazione vecchia e unidirezionale.