Uno studio realizzato dai fisici italiani Santo Fortunato, della Fondazione ISI (Istituto per l’interscambio scientifico) di Torino, e Claudio Castellano, dell’Università di Roma, hanno mostrato che gli elettori per scegliere chi votare ascoltano più i consigli e le idee dei loro amici che i discorsi o le proposte dei politici. Quindi la strategia della classe politica di puntare più sulla popolarità dei candidati che sui programmi sarebbe producente (sad but true!) in quanto i cittadini premiano quei politici di cui “si parla bene” piuttosto che quelli che propongono politiche interessanti.
I due fisici hanno studiato i risultati di 5 elezioni: quelle italiane del 1958, 1972 e del 1987, le elezioni finlandesi del 2005 e quelle polacche del 2005. Si tratta di elezioni svolte con un sistema proporzionale di lista aperta. Inizialmente gli autori avevano assunto che la distribuzione dei voti fosse influenzata dal numero dei candidati e dal numero di voti ottenuto da ciascun partito, ma hanno scoperto che il valore più esplicativo è il rapporto tra questi due parametri, che rappresenta una misura della performance di un candidato rispetto agli altri nel suo partito. Gli istogrammi di questo valore, calcolati per le elezioni analizzate (nonostante le differenze culturali, economiche e sociali delle elezioni a cui si riferiscono i dati), infatti, si sono disposti quasi precisamente lungo una stessa curva.
Per spiegare questa distribuzione dei voti Fortunato e Castellano hanno ipotizzato un modello in cui i candidati guadagnino popolarità grazie ad un effetto di passaparola: cioè ogni candidato convince un piccolo numero di amici che a loro volta lo promuovono ad un maggior numero persone e così via.
Grazie a delle simulazioni sulla distruzione del numero di contatti che una persona cerca di convincere al voto, gli autori hanno provato che candidati diversi nelle elezioni proporzionali ottengono voti proprio grazie al passaparola.
Adesso i ricercatori hanno intenzione di testare il loro modello per le elezioni dei sindaci. I primi dati ottenuti sulle elezioni del sindaco di Roma e quelli di Rio de Janeiro e San Paolo stanno confermando la validità del modello.