Oltre 30 milioni di persone usano LinkedIn per vari motivi di lavoro, ma fin a quando questo social network non ha adottato una policy che permettesse ai ricercatori di fare dei sondaggi tra i suoi membri, non si sapeva molto su di loro . Il primo studio demografico e psicografico sugli utenti di LinkedIn è stato appena realizzato dalla Anderson Analytics, in collaborazione con LinkedIn e la società di text-minig SPSS.
I ricercatori, su un campione di 70.000 persone, hanno sottoposto ad 800 di essi un questionario online di 10 minuti, dal qual hanno estratto quattro profili utente:
- Il 21% degli utenti di LinkedIn sono stati definiti “Exploring Options“: si tratta di circa 6 milioni di utenti che usano il network principalmente per cercare lavoro. Il 70% di loro ha già un lavoro a tempo pieno, ma si guarda intorno alla ricerca di posizioni migliori, infatti la maggior parte delle loro impostazioni riguardano le posizioni di lavoro o la carriera. Hanno il reddito più basso tra gli utenti di LinkendIn e sono terzi per potere d’acquisto. Hanno in media 34 connessioni e solo l’1% gestisce un suo blog. Si tratta del cluster di utenti di LinkedIn nel quale rientrano molti giovani e donne (il 52% dei componenti di questo gruppo). I siti che visitano di più sono quelli di ricerca di lavoro, ma preferiscono CareerBuilder a Monster.
- Il 28% degli utenti di LinkedIn, circa 8,4 milioni di utenti, sono stati definiti “Senior Executives“, hanno il reddito e il potere d’acquisto più alto tra gli utenti di LinkedIn, con una media di 104.100$ di reddito all’anno e 99.000$ di potere d’acquisto. Questi utenti si sono iscritti al social network per le possibilità di social networking offerte. Si tratta degli utenti più contenti del loro lavoro: sono impiegati full-time e non cercano un altro lavoro. Si tratta del gruppo in cui l’età anagrafica è più alta e ci sono principalmente maschi. I loro siti web preferiti sono quelli di notizie come Fox News, usano poco Gmail o siti di ricerca di lavoro.
- Inoltre ci sono i “Savvy Networkers“, 9 milioni di utenti che si dedicano completamente dedicati al networking: in media hanno 61 connessioni e sono molto influenti. Il 69% legge i blog e il 9% ne ha uno suo. Questo gruppo è molto vario per quanto riguarda le tipologie di impiego: il 30% ha un lavoro full-time ma ne cerca un altro, il 25% ha un lavoro full-time e non ne cerca un altro, il 19% sono consulenti a tempo pieno, il restante 9% sono consulenti che cercano un altro lavoro. Si posizionano al secondo posto per potere d’acquisto e reddito medio tra i gruppi di Linkedin (rispettivamante 93.484$ di reddito e 88.000$ di potere d’acquisto). Tra i siti web preferiscono Gmail e siti di tech-news, mentre visitano poco CNN e MSNBC.
- I “Late Adopters“, il 22% degli utenti LinkedIn, sono un gruppo di circa 6,6 milioni dei quali il 52% maschi e il 48% donne, che si sono iscritti soltanto perché gli amici li hanno invitati. Poco interessati al networking hanno una bassa influenza, con una media di 23 connessioni, infatti, preferiscono aggiungere al loro profilo solo chi conoscono di persona. Si posizionano al terzo posto per reddito (87.810$) e ultimi per potere d’acquisto (in media 76.000$). La CNN è uno dei loro siti preferiti.
Lo studio ha anche analizzato tre caratteristiche ulteriori: la presenza di decision maker tra gli iscritti, la relazione tra reddito e job title e la loro propensione a partecipare ai sondaggi.
- Decision makers: il 16% degli intervistati ha affermati di avere la responsabilità del decision making per gli acquisti del proprio dipartimento e un altro 20% di condividere con altri questa responsabilità. Il 13% degli utenti di LinkedIn ha budget di spesa di almeno 50.000$. Questi utenti usano LinkedIn più spesso di chi non è un decision making e in media hanno più connessioni della media degli utenti: tra le 40 e le 50. Il 55% dei decision makiers afferma di essere tra i primi a provare le nuove applicazioni (software, siti, dispositivi digitali), infatti per il 24% questi utenti rientrano nel cluster degli early-adopeters.
- Titles that make money. Usando tecniche di text mining, lo studio ha analizzato la relazione tra il reddito ed il potere d’acquisto con le parole presenti del job title: la parola più “redditizia” è risultata VP, infatti chi ha inserito nella descrizione del proprio lavoro “VP” risulta avere un reddito medio di 190.000$. Seguono le “parole advertising” che “comportano” guadagni di 185.000$ e “contractor,” con 150.000$. Mentre la parola del title correlata ad un potere d’acquisto più alto è stata “chief officer” che dà un potere d’acquisto medio di 252.262$.
- Partecipazione ai sondaggi: il 60% degli intervistati ha affermato che probabilmente avrebbe preferito partecipare a sondaggi riguardanti il suo campo di interesse, il 49% ad uno sull’industria in generale, il 48% a proposito dei prodotti che usa, il 39% su Linkedin e il 36% sulla tecnologia. Nel 68% dei casi gli utenti di LinkedIn hanno affermato di non aver mai partecipato ad un panel.
Lo studio, infine, ha concluso che non si può più definire LinkedIn come uno strumento di nicchia in quanto i suoi utenti coprono un ampio range di età, settori, livelli di reddito e di istruzione e che le motivazioni che spingono li ad usarlo sono molto diverse: alcuni cercano lavoro, altri social networking più interessante di quanto si può trovare su Myspace o Facebook, ma c’è anche chi lo usa semplicemente per restare in contatto con i vecchi colleghi.
Noi ci ritroviamo molto in questa segmentazione e crediamo di appartenere al terzo profilo, i “Savvy Networkers”, e voi?