Ogni tanto (ultimamente spesso) ci troviamo a parlare di motori di ricerca semantici. Il primo problema, in questo caso, è dare una definizione. Eccone qui una:
“Un motore di ricerca semantico è un motore di ricerca che si pone l’obiettivo ambizioso di comprendere così bene la vostra domanda, da essere in grado di fornirvi LA risposta corretta“
Un motore di ricerca riceve la vostra query e vi fornisce un elenco di risultati che non sono La risposta alla vostra domanda, ma che possono contenere la risposta al vostro bisogno informativo. Tocca a voi, con pazienza e intelligenza, capire quale documento fa più al caso vostro.
Un’esperienza di ricerca è dunque un processo in due passi, in cui nel primo passo ottengo dal motore un elenco di candidati e nel secondo analizzo i canditati cercando l’effettiva risposta.
Secondo la definizione data sopra, un motore di ricerca semantico vi risparmia la fatica dei due passi: gli strumenti di analisi e comprensione in suo possesso sono tali da saltare il primo passo, quella della poposta dei canditati, per passare direttamente al soddisfacimento del bisogno informativo: quando si sottolineano caratteristiche come la precisione e la capacita di cogliere l’effettivo bisogno dell’utente, si intende appunto dire che viene ridotto il numero di passi necessari a soddisfare la ricerca.
La value proposition è molto ambiziosa, e piuttosto diversa dall’approccio tradizionale dell’information retrieval. Il processo di trovare la risposta giusta è sempre stato interpretato come un processo interativo in cui l’utente fa una ricerca, riceve dei risultati, ne da’ una prima valutazione, pone una nuova ricerca che restringe o allarga o modifica la prima. L’idea è sempre stata che la natura della domanda (sempre molto sotto-specificata) avesse come conseguenza l’impossibilità di cercare di fornire una risposta esatta: l’unica strada percorrribile è fornire l’insieme delle migliori risposte lasciando all’utente il compito di navigarle.
Con il loro approccio, i propugnatori della ricerca semantica cosi’ definita avvicinano il caso della ricerca più al question answering che all’information retrieval. Tuttavia, se il QA in ambiti ristretti/verticali (non necessariamente soltanto aziendali) è sicuramente possibile ed efficace, la sostituzione di Google con un gigantesco oracolo che risponde correttamente a qualunque domanda, sembra ancora un po’ lontana (vedi qui l’esempio di AskWiki)