Qualche giorno fa Ask ha lanciato la sua nuova interfaccia di ricerca.

L’idea, non distante dalla universal search di google, è che una ricerca basata su keywords è sempre troppo limitata per fornire risultati di alta qualità (almeno allo stato attuale delle tecnologie di lettura della mente dell’utente da parte del motore di ricerca, ma pare che google ci stia lavorando…).

Invece di sforzarsi di capire che cosa intendeva l’utente quando ha scritto “dog“, Ask sceglie la strada più comoda (ma forse anche la più efficace) e, con una interfaccia assai gradevole, fornisce tante ipotesi di risultati in dimensioni diverse:

  • possibili ricerche correlate
  • ricerca di immagini (di cani)…ma anche di video e film(quando si utilizzano altre parole chiave)
  • tassonomie di tipi di cani
  • parole correlate (es: altri tipi di animali)
  • i nomi di cani più comuni
  • le diverse definizioni del termine “cane”
  • i blog che parlano di cani e ovviamente
  • le pagine web.

L’hanno chiamata ricerca 3d, per dire che aggiunge una (o più) dimensioni alla ricerca tradizionale. La forza di questo approccio (crediamo infatti che si tratti di un approccio interessante) è che usa la macchina (ed anche tecnologie NLP, perche’ ce ne sono anche qui dentro) per fare una cosa che sa fare bene e cioè aumentare l’efficienza delle persone (durante il processo di ricerca), invece di cercare di farle fare una cosa che i motori di ricerca (ancora) non sanno fare cosi bene: trovare il risultato giusto, cioe’ quello che soddisfa il bisogno informativo espresso da una sequenza di keywords.

Insomma, fino a prova contraria, gli unici in grado di istituire relazioni di significato (e che quindi fanno ricerche semantiche) sono gli esseri umani. I motori di ricerca possono aiutarci, mettendo ordine nella pagina dei risultati, affinchè la nostra capacità di istituire relazioni tra concetti sia non soltanto facilitata, ma stimolata.

La terza dimensione della ricerca (quella semantica), se esiste, sta, nelle nostre intelligenze.