E’ stato pubblicato il nuovo white paper dell’Interactive Advertising Bureau (IAB) sulle nuove tecniche di marketing digitale. Il report dal titolo “User Generated Content and Social Media Advertising Overview” (disponibile qui in formato pdf), si focalizza, per la prima volta, sui social media e sui consumer-generated media, analizzando gli strumenti e le nuove tecniche di marketing online, quali il passaparola, i siti di reviews, i blog, i wiki, i widget, le piattaforme di condivisione dei contenuti.
Il report analizza l’impatto di questi nuovi strumenti nel panorama della pubblicità online: per via dei cambiamenti che stanno avvenendo online, le aziende dovranno comportarsi correttamente o rischieranno di rovinare la loro reputazione, infatti, a differenza della pubblicità in tv o sulla stampa, con i nuovi strumenti di comunicazione c’è meno controllo sul contesto in cui i messaggi saranno visualizzati o dove si parlerà dei prodotti. I social network costringono i marketers ad impegnarsi nelle conversazioni e che gli user generated content permettono di ottenere un livello di engagement maggiore, in quanto le aziende entrano in conversazioni che esistono già, create dai consumatori stessi.
E’ piacevole notare che il white paper, propone diversi esempi di aziende che hanno usato con successo i social media: da CNET, che permette agli utenti di inserire reviews a proposito dei prodotti acquistati, alle custom community, come quella creata da Adidas.
Nei giorni scorsi è stata pubblicata anche la ricerca Social Media Tracker, realizzata da Universal Mc Cann, che ha indagato l’impatto dei social media sulla società. I risultati della ricerca sono stati ripresi da moltissimi blogger, ma quello forse in cui mi ritrovo di più è questo. Comunque per farla breve, leggendo la ricerca si scopre che i social media sono in grandissima crescità (surprise surprise) e che questo ha un grosso impatto sulla società moderna (d’altronde si sà che le ricerche servono principalmente a “quantificare” dei fenomeni abbastanza ovvi)
Ma la VERA sorpresa, che ha suscitato all’interno della blogsfera reazioni molto discordanti, stà nel numero di persone che “hanno mai scritto o letto” un blog, che in Italia corrisponderebbe rispettivamente al 33,3% ed al 78,9% degli utenti internet “attivi” di età compresa tra i 16 ed i 54.
Putroppo non posso evitare di notare che:
– dato che non si sa niente del campione utilizzato IN ITALIA per stimare questi numeri la loro “affidabilità” è molto difficie da valutare
– non mi è chiaro che utilità possa avere sapere che qualcuno ha letto o scritto un blog UNA VOLTA nella sua vità…senza sapere con che frequenza lo fà (o almeno se lo ha mai più fatto!!)